Ogni 7 giorni un'Idea dal sottoscritto; una brevissima sintesi di un libro che ho appena letto (o che penso sia indispensabile); in più il link ad un articolo che mi è piaciuto.

E la Citazione Finale.

Buona lettura, vs. Francesco Carlà.

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1. Scrivevo la newslettera che state per leggere oltre 17 anni addietro (2/02/2007). (puntata 267 del 06/04/2024)

Vorrei riproporvela per un'ottima ragione:

Ricordarvi quanto sia decisivo per il vostro risparmio conoscere la verità su come funzionano le gestioni dei vostri investimenti fatte da terzi.

Ce n'è poi una seconda: so che molti considerano i fondi come un sistema per non perdere tempo e farsi gestire il risparmio. Ci sono modi (molto) meno costosi e più redditizi per riuscirci.

Intanto leggete con attenzione quello che segue. Grazie.

"Sapete quanto sia decisivo fare meglio degli indici per veder crescere i propri investimenti, consapevolmente e con regolarità.

E mi avete anche molte volte sentito dire che la stragrande maggioranza dei fondi d'investimento gestiti attivamente, non è in grado di battere il mercato, anzi, più li tenete in portafoglio e peggio è. Per ragioni ovvie e matematiche assolutamente inconfutabili.

Ne volete una prova ulteriore e decisiva?

Oggi ho trovato il tempo di tradurre uno stralcio di una recente dichiarazione MOLTO importante di John Bogle, il fondatore di Vanguard, ed uno dei maggiori esperti riconosciuti del mercato dei Fondi d'investimento americani, il creatore dei fondi indice.

Leggete, vi prego, con attenzione e tenete presente che in Italia i costi sono anche, spesso, maggiori di quelli di cui parla Bogle. Il testo tra parentesi di commento è del sottoscritto.

Segue la versione in inglese per chi preferisca il testo originale.

-John Bogle: Dopo aver sottratto i costi dai Fondi d'investimento e quindi dopo aver tenuto conto dei loro costi di gestione, delle loro commissioni di vendita, delle loro spese operative, dei loro costi di transazione, visto che vendono e comprano molto spesso i titoli, tutto questo puo' costarvi il 2.5% all'anno (o anche di più) ...

Ciò significa che, detenendo il tipico fondo d'investimento gestito attivamente, siete molto probabilmente destinati a perdere il confronto con gli indici di riferimento (il Mercato) del 2.5% all'anno in media.

Se questo può suonarvi terribile, la realtà è ancora peggiore perchè componendo (interesse composto) quel divario del 2.5% in una vita d'investimento, va a finire che vi resta in tasca si e no il 20% dell'incremento di valore generato dal mercato azionario.

Controllate il vostro interesse composto usando l'8% come incremento di mercato teorico (cioè nel caso che il vostro fondo faccia almeno come il Mercato, il che non è per nulla sicuro) e adesso sottraete il 2.5%: vi resta il 5.5% all'anno medio come ritorno del classico fondo d'investimento gestito attivamente.

Risultato finale: a voi tocca il 20% del risultato e al sistema finanziario l'80%. Lasciate perdere.

-John Bogle: After you take costs out -- and these mutual funds, when you take into account their management fees, their sales commissions, their operating expenses, their expense ratios, the transaction costs when they turn their portfolios over with such frequency, can cost 2.5% a year -- you are pretty much destined when you own the typical, actively managed mutual fund, to lose to the market by 2.5% a year.

If that sounds terrible, the truth is even worse because when you compound that 2.5% gap over an investment lifetime, you end up with about 20% of the return generated by the stock market. Check your compound interest table using 8% as a theoretical market return and 2.5% of costs, 5.5% therefore for the typical mutual fund return, and you will find you have ... 20% of the money and the financial system has 80%. Don't go there."

Un consiglio finale: se siete novizi di FinanzaWorld partecipate Gratis al Meeting della Finanza democratica on line col sottoscritto, cliccando subito qui.

2. Il mio libro della settimana (267)

R. Gazzaniga: Abbiamo toccato le stelle. Storie di campioni che hanno cambiato il mondo

(BUR)

Mi piacciono i libri che parlano dello sport e, soprattutto, di certi sportivi. Sportivi umani, non solo sportivi e nemmeno solo campioni.

"Lo sport non è fatto solo di vittorie e di sconfitte. È importante anche come si vince e come si perde.

Perché essere un campione non significa soltanto conquistare una medaglia, battere un record, dominare nella propria disciplina, ma conquistare un primato morale, saper difendere un ideale nobile, dare un esempio.

E combattere contro avversari invisibili e subdoli come la discriminazione razziale, politica o sessuale, contro malattie o infortuni gravissimi, o semplicemente contro regole ingiuste e tradizioni fuori dal tempo.

I protagonisti di questi venti racconti, con le loro scelte coraggiose e la loro straordinaria capacità di lottare, ci mostrano come lo sport può cambiare il mondo, quando si fa portavoce dei più alti valori umani.

La storia di Yusra Mardini, ragazza che scappò a nuoto dalla guerra; di Gino Bartali, campione che pedalò per salvare centinaia di ebrei; di Emile Griffith, pugile che uccise sul ring e amò gli uomini; di Kathrine Switzer, prima donna a correre una maratona; di Peter Norman, eroe silenzioso tra i due giganti del 1968: queste e tante altre storie raccontate dalla voce forte e dolce, epica e commovente di Riccardo Gazzaniga."

3. L'articolo della settimana (267)

Certi luoghi comuni sono durissimi a morire. Per esempio quelli sulla cannabis.

"Fumarla, vaporizzarla, mangiarla: non c’è un modo di consumare cannabis che sia sicuro per il cuore.

L’uso frequente aumenta il rischio di ictus, infarti e coronaropatie, con una probabilità che cresce all’aumentare dell’utilizzo: lo ha dimostrato un’ampia ricerca su circa 430mila adulti, pubblicata di recente sul Journal of the American Heart Association..."

4. La citazione finale (267)

“Siccome credo nella reincarnazione, lascio tutto a me stesso.”

(W. Allen)

A rileggerci il prossimo week end!

Vostro


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